Lauriano è uscita dalla leggenda ed è entrata nella storia

30.01.2020 14:57

Tutto è nato da un progetto di “Laboratorio di Storia dell'arte” svolto dagli insegnanti di sostegno dell'Istituo di istruzione superiore Europa Unita di Chivasso, nell'ambito del quale il professor Gianluca Sapio, archeologo, ha illustrato agli allievi l'origine di alcuni reperti medievali, trovati di recente in una breve escursione sulla collina di Lauriano, effettuata con il collega laurianese professor Sergio Sapetti.
A partire da ciò, grazie all'organizzazione da parte di Renato Dutto ed Emanuele Serlenga (che si sono occupati di tutti gli aspetti “tecnici” per ospitare il numeroso ed interessato pubblico presente) venerdì 10 ottobre 2019 il professor Sapetti ha così svolto una serata divulgativa sulla vita nei nostri luoghi in oltre duemila anni di storia, nel Salone Polivalente "Giuseppe Dutto" pieno di appassionati.
L'excursus del professor Sapetti è iniziato con le antiche tracce lasciate dalla civiltà celtico-ligure che era insediata qui già oltre tremila anni fa, poi si è soffermato sui momenti di “gloria” in cui furono i romani a colonizzare le nostre valli, costruendo ex novo “Industria”, che fu anche un porto fluviale di grande rilevanza, situato in un luogo nevralgico per le merci provenienti dalla Val d'Aosta.
«Industria era una popolosa città di artigiani e commercianti; eccelsi artisti produssero statue votive in bronzo, finemente cesellate (ora visibili al Museo delle antichità di Torino), mentre il rame e il ferro valdostani e la calce estratta vicino al Po, erano convogliati su traghetti e inviati soprattutto verso il Veneto, luogo di origine delle principali “gens” che governavano la città, o verso Asti e Pollenzo, altre operose città romane» ha spiegato il professor Sapetti.
Industria fu soprattutto conosciuta come la città sacra alla Dea egizia Iside, essendo qui presente il più importante tempio del Nord Italia (i cui resti sono attualmente visitabili gratuitamente su prenotazione); fu meta di pellegrinaggio anche di alcune famiglie imperiali romane. Iside Fortuna, Iside Madre allattante, in epoca romana, si trasposero poi nei culti mariani quando Sant'Eusebio fondò la prima Pieve cristiana.
Industria, ha proseguito il professor Sapetti, «si sviluppò per cinque secoli, mantenendosi in stretto contatto con la vicina Bodincomago, il “mercato sul fiume” di origine celtica. Il fulcro della serata si è centrato soprattutto sulla tesi che gli abitanti di questi due luoghi, con il sopraggiungere dei barbari, abbandonarono i centri abitati di fondovalle, e si “incastellarono”».
Sull'attuale collina detta “Romitorio”, si possono infatti ancora oggi ammirare i preziosi resti dell'antica parrocchiale romanica di Lauriano (nome derivato dalla gens romana Laberia, che nei tempi del fulgore di Industria ebbe fra i suoi massimi rappresentanti un governatore in Egitto e la moglie dell'Imperatore Commodo), oltre ai i ruderi di un poderoso castello e dell'annesso ricetto, ormai quasi completamente sepolti dalla terra e dal bosco.
Come giustamente sostenuto dai cittadini laurianesi e dall'architetto Sara Inzerra (già unzionario della Sovrintendenza del Piemonte) sarebbe auspicabile che questo prezioso patrimonio storico-archeologico diventi nuova ed importante meta di studio approfondito e di visite turistiche, il che potrebbe essere anche di notevole beneficio per la Scuola e per l'economia locale.
«Portare alla luce la storia antica di questi luoghi è un nostro dovere - ha conluso il professor Sapetti -. La serata storica è stato un tuffo nel passato dal quale si auspica un prestigioso futuro».